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disney gay (1)

A ciascuno la sua famiglia

Apro l’anno parlando di Giovanardi, e già partiamo malissimo.

Giovanardi che si è scagliato contro l’ultimo spot di Natale Disney Junior, che augura buon Natale a tutte le famiglie.

Ma proprio tutte.

E si sa, al noto personaggio tutta questa uguaglianza non sta bene, tanto da scagliarsi contro il fotogramma che incornicia due genitori gay insieme a un bambino, chiedendosi: dov’è la madre?

Io a volte mi chiedo che infanzia triste abbia avuto Giovanardi, no davvero.

Perchè è evidente che non ha mai visto un film Disney in vita sua.

Vogliamo parlarne?

Le madri, in genere, hanno fatto tutte una brutta fine. E se non sono già morte prima dell’inizio del film, muoiono o fanno delle fini orrende nei primi 30 minuti.


Cenerentola: genitori non pervenuti, Matrigna con due figlie il cui padre resta ignoto

Biancaneve: genitori non pervenuti, e per supplire ad una matrigna con l’ansia del “devo sembrare più giovane di mia figlia”, adotta sette nani.

Gli Aristogatti: Duchessa ha tre gattini da padre ignoto, e finisce per portarsi in casa un gattaccio randagio alla faccia delle differenze sociali.

Il libro della Giungla: ça va sans dire… anche se immagino che Giovanardi preferirebbe far crescere un bambino a un orso e a una pantera piuttosto che a due uomini.

La Carica dei 101: comincia bene ma poi si perde per strada, con l’arrivo di altri 99 cuccioli di dubbia provenienza da adottare.

Bambi: madre morta al minuto 2.43

La Sirenetta: madre non pervenuta, che si innamora di un bipede, a proposito di matrimoni misti. Peggio di un fritto di paranza qui.

E per restare in tema, non apriamo il capitolo de “La Bella e la Bestia”…

In tempi più recenti abbiamo Ratatouille, in cui il prototipo di famiglia è composta da un adolescente che adotta un topo di fogna.

Nemo: madre morta al minuto 12.27, padre iper protettivo che alle fine si fidanza con un pesce di tutt’altra specie.

Brave, la cui madre finisce trasformata in un’orsa al minuto 27.

Rapunzel, che sfugge all’adorata matrigna e ai suoi valori un pelino rigidi (probabilmente una sentinella in piedi sotto mentite spoglie di stregaccia cattiva).

E naturalmente Frozen, che parte bene, ma non si nega la tragedia che si abbatte su entrambi i genitori facendoli colare a picco nel mezzo del mare del Nord.

Anche i padri non se le passano meglio (basta il Re Leone su tutti).

E per carità non apriamo il capitolo delle famiglie Disney per eccellenza: Topolino e Paperino. Che ancora ignoro chi siano i genitori di Qui Quo Qua, ma sono cresciuta percependo come perfettamente normale il fatto che fossero tirati su da uno zio scansafatiche e narcolettico e avendo come unico riferimento femminile una gattamorta che zampetta tra il povero Paperino e Gastone.

Sapete come la penso sull’argomento, e sarà che mi sta a cuore perchè anche la mia famiglia è piuttosto scombinata e fuori dagli schemi. Conosco tante famiglie come la mia, in mille varianti: genitori separati, madri non pervenute e padri assenti, figli cresciuti da nonni e zii, estrazioni sociali diverse, culture ed etnie differenti, che si barcamenano tra i casini di tutti i giorni, come tutti, facendo del loro meglio, come tutti, offrendo tutto l’amore del mondo, come tutti.

Il mio augurio per il 2016 è qualche Giovanardi di meno e qualche diritto in più.

E il resto lo lascio al messaggio della Disney.

Non tutte le famiglie sono uguali. Alcune sono grandi, altre piccole, e altre sono impossibili da misurare. Hanno origini diverse, colori diversi e diversi punti di vista. Alcuni hanno due gambe e altre di più. Tu sai quanto è importante la tua famiglia. Possono non essere perfetti ma sono sempre pronti ad aiutarti. Sai che la famiglia è il migliori regalo di tutti. Da noi, a tutti voi: Buone feste, dalla famiglia Frozen.

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